Santuario di Sant'Antonio da Padova

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nei pressi del Cimitero Monumentale si trova la centenaria chiesa dedicata a Sant’Antonio da Padova, che fa parte di un complesso formato anche dal convento francescano, iniziato nel 1871 sul terreno detto "Casa Ganna", ma poi più volte modificato fino all'intervento dell’architetto Caccia Dominioni nel 1964, e dalla vecchia chiesa dedicata alla Madonna Immacolata, risalente al 1876 e prospiciente l’allora via Mazzini (oggi via Quadrio).
Proprio l’insufficienza di questa chiesa a contenere il popolo cristiano che la frequentava portò alla costruzione del Santuario consacrato il 12 giugno 1906 dall’allora arcivescovo di Milano, Cardinale Andrea Ferrari, per iniziativa del Provinciale Padre Ludovico Antomelli, che diede il via ai lavori di costruzione dell'edificio sacro l'8 dicembre 1902.

Progettato in stile neorinascimentale dall’Ingegner Luigi Cesa Bianchi (autore anche del Santuario del Sacro Cuore di Busto Arsizio), esso sorge su un’area di circa 1200 metri quadrati, su cui precedentemente si trovavano le ortaglie di Casa Ganna; le sue misure sono notevoli, con una lunghezza di 50 metri, una larghezza di 21 ed un’altezza di 17.
L’interno è a una sola navata, con sei cappelle laterali divise da interpilastri, e, in alto, una vasta tribuna da cui si può vedere la parte sottostante attraverso eleganti bifore.
Alla sua realizzazione collaborarono numerosi artisti e pittori: lo scultore milanese Angelo Colombo, maestro tra gli altri di Leone Lodi e attivo nella chiesa del Redentore a Legnano, che realizzò le statue collocate sopra la cimasa del presbiterio; lo scultore Battista de Giorgi, che modellò il grande altar maggiore su cui fu posta l'imponente statua di Sant’Antonio, realizzata a sua volta dallo scultore Giuseppe Cardini; e il pittore Attilio Andreoli, nativo di Chiari in provincia di Brescia, che all’Accademia di Brera ebbe come maestri Bertini, Bignami e Tallone e fu autore di un gran numero di dipinti, cui si devono gli affreschi sul soffitto (separati da cornici in pietra a sbalzo) che raffigurano episodi della vita del Santo. Nel 1971 il restauro, svolto sotto la direzione dell’architetto Giovanni Muzio, portò alla posa del nuovo altar maggiore, consacrato dal Vescovo di Tripoli Monsignor Attilio Previtali e rivolto al popolo, come prescritto dalle nuove norme liturgiche approvate dal Concilio Vaticano II.
Nelle cappelle laterali si trovano sei altari; quelli sulla sinistra sono dedicati al Crocifisso, a Santa Chiara e alla Vergine Immacolata, mentre quelli sulla destra sono dedicati a San Giuseppe, a San Francesco e al Sacro Cuore.
A lato della chiesa sorge uno slanciato campanile, alto 50 metri, eretto nel 1929 su disegno dell’architetto Ugo Zanchetta, dotato di un concerto di cinque campane e sul cui pinnacolo si trova la statua di rame dorato e sbalzato raffigurante Sant’Antonio (alta oltre 5 metri).

Passando ora all’esterno, si può osservare che la facciata si presenta tripartita verticalmente da colonne e bipartita orizzontalmente da un fascione scultoreo; dei tre ingressi, quello centrale è sormontato da un bassorilievo e, al di sopra del fascione, da un balcone le cui colonne culminano con un elegante timpano rococò ornato da fregi che proseguono per tutta la larghezza della facciata creando così un frontone, sopra il quale si trova la scritta della dedicazione del santuario a Sant’Antonio da Padova.
All’apice infine si trova un altorilievo del Santo con i fedeli, realizzato in un timpano su cui svetta una grande croce.
Sullo spazio antistante la chiesa, il 9 ottobre 1932, in occasione del settimo centenario della morte del Santo, fu posta una fontana con una statua di Sant’Antonio in atto di predicare ai pesci che guizzano nella grande vasca, opera dello scultore Giuseppe Maretto, autore anche della via Crucis realizzata su lastre di rame e presente nella chiesa di San Gioachimo.
La chiesa è stata dichiarata con bolla pontificia da Pio XI "Basilica Minore Romana" il 18 luglio 1937. In seguito essa è stata anche eretta a parrocchia con decreto arcivescovile del 10 febbraio 1957, firmato da Giovanni Battista Montini; dal 1993 essa però non svolge più le funzioni di parrocchia.
Fin dal 1902 presso il Centro Sant'Antonio, sul retro della chiesa, è aperta la mensa dei poveri, oggi evolutasi in un moderno e articolato centro caritativo che offre molti servizi ai più poveri, in rete con cittadini e istituzioni.
 

Il Santuario dedicato a sant'Antonio da Padova può essere raggiunto dal centro con il tram 2 oppure con la Metropolitana 2 (Fermata Garibaldi F.S.) con un breve tratto a piedi.